VITA DEL DIVOTO ET MELLIFLUO DOTT.e S. BERNARDO ABB. DI CHIARAVALLE

Composta dal M.R.P.Don Filippo di S.G.Batt. dei Malabaila d'Asti Abbate del Mondoui a Vico della Cong.e Rifor.ta di S.Bernardo

In NAPOLI. Nella Stampa di Gio.D'ico Montanaro, & Giacomo Gaffaro

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Copertina in pergamena coeva, fioriture di umidità sulle pagine interne e varie abrasioni sulla prima copertina. Titolo del testo sulla costolatura manoscritto, in corsivo, con inchiostro nero acquoso; pagine interne rilegate con cordonatura e colla animale, pagine stampate 480 + 4 pagine bianche ad inizio e fine volume; carta spessa tirata a mano su telaio con diversità di consistenza e spessore; mancano tracce di commento e di filigrana. La stampa è in lingua italica con termini arcaici. Tutti i capolettera dei paragrafi sono di formato notevolmente maggiore. Tutti i capolettera dei capitoli sono resi con caratteri inscritti in riquadri con inserti mitologici o floreali. A margine dei diversi paragrafi citazioni e richiami a testi biblici o dogmatici. Libro in ottime condizioni di conservazione e perfettamente leggibile.-
Andando ad analizzare i paragrafi ed i capitoli dell'antico testo, troviamo argomenti di conclamata importanza storica che iniziano con la nascita del Santo e con quella dell'Ordine Cistercense per proseguire con l'attività teologica e dogmatica di San Bernardo, la sua lotta contro gli eretici ed i devianti, il suo zelo nella continua spinta a favore delle Crociate, i suoi miracoli, i rapporti con i potenti dell'epoca e, infine, con la sua morte in un momento in cui, sia per il popolo, che per le comunità religiose e per i laici dell'epoca era già Santo agli occhi del mondo.-
Sono riferiti gli aneddoti che videro coinvolto San Bernardo con: Enrico di Francia, Umberto di Savoia, Papa Innocenzo III, Lotario di Germania, il Duca d'Aquitania, Ruggiero di Sicilia, Gilberto Porrettano [scismatico], Arnaldo da Brescia [eretico], Papa Eugenio III ed altri di minore importanza.-
Importanti i capitoli dove il Santo induce le moltitudini alla Crociata della quale viene eletto Generale (pag.266 e segg.) e quello relativo alla Sua istituzione della Regola dell'Ordine Templare e della Sua lettera 'De laude nova militia' (pag.346 e segg.).-
Circa la nascita dell'Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, ci sembra possano interessare alcuni brani tratti dal citato capitolo:
Poco saria stato al gran zelo, che haueua questo benedetto Padre, di giovare a tutti: l'auer con l'Apostolico santo dato ancor egli salutevoli ricordi alli Prelati, alli Cleri, alli Monaci, alle sacre Vergini, Principi alli sudditi, a persone sacre alli secolari; se alli soldati stessi (da quali è predicata lontana ogni fede e pietà) non veniua a dare precetti e legge di vita e di disciplina. Potendosi con verità affermar, esser egli stato principale promotore delle Militie Sacre: e da lui doversi in gran parte riconoscere quel bene che da esse nel popolo Cristiano ne è derivato?
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Quelli dunque che per opera di lui furono istituiti, si dissero Templarij.
Erano questi da principio certi Cavalieri valorosi e pij che vedendo quanto fossero le vie della Terra Santa sottoposte alli assassinamenti, si dedicorno spontaneamente a far scorta alli pellegrini.
E perchè più felice riuscita hauesse questo buon proposito loro, risolsero di ridurli in forma di Religione il cui fine fosse (oltre li tre voti essenziali) di militare per Cristo: di che tutto nell'anno 1118?
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Sosteneva all'hora il Vicario di Cristo Honoris Secondo il quale remise la determinazione di questo negozio al Concilio che in Troes si doueua celebrare in breue al quale destinò suo Legato Don Matteo Cardinale Albano, già Monaco Cluniacense. Questi vi chiamò incontinente il Beato Stefano Abate di Cistercio [Stefano Harding ndr] e San Bernardo.
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Il nono anno dunque dòpo che li Templari fecero la professione in mano del Patriarca [di Gerusalemme ndr], cioè 1127 si celebrò il Concilio trecense & il negozio dell'approbatione loro fu commesso al nostro santissimo Abbate che haueua tra quei divoti soldati un suo zio (che poi fu anche Maestro di quella Religione) chiamato Andrea [de Montbard ndr] a cui scrisse quel trattato ch'egli intitola AD MILITES TEMPLI in cui v' insegnando qual meditatione riecheggia ogn'uno di quei luoghi santi.
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[Il motivo delle interruzioni del testo è dovuto non al fatto che non possa essere chiaramente compreso il libro ma alla nostra mera volontà in quanto si tratta di un tomo del tutto inedito e contenente delle notizie affatto nuove nonchè particolari citazioni circa fatti di cui era a conoscenza l'Autore che potè attingere agli archivi dell'Ordine della Congregazione Riformata di San Bernardo i quali archivi, purtroppo, sono andati dispersi in seguito alla rivoluzione francese ed ai fatti alla stessa collegati].-
Il libro, inoltre, spiega i motivi che spinsero i diversi promotori a fondare gli Ordini militari di Calatrava, di San Tomaso, di Auis, di Monterosio, dei Santi Maurizio e Lazzaro, del Cristo e di quelli mendicanti e di clausura.- E' certo un libro poderoso che illumina la figura di San Bernardo che, per le sue specifiche qualità di Dottore della Chiesa, per di più Patrono dei Templari, ci è sembrato ben degno di inaugurare il percorso che seguiremo nei più preziosi angoli del nostro Scrigno.-
GIOVE