Il Krak dei Cavalieri

Ci sono delle città, delle località che solo a parlarne, talvolta a sognarle, scatenano un complesso di sentimenti, di emozioni, di ricordi e, talvolta, dei sogni che fanno vibrare d'emozione quelle corde del proprio Io che, razionalmente, tendiamo a tenere a freno a controllare con il proprio raziocinio, la propria maturitïà, la positività.- Per coloro i quali coltivano e fanno crescere nei propri cuori sentimenti di Amore per i propri sogni, i ricordi, i desideri, nomi, luoghi, date scatenano un vento, talvolta mistico, che fanno scuotere rami possenti che svettano nei cieli immensi che solo la fantasia può creare in noi stessi.-
Per tutti coloro che coltivano l'amore per la Cavalleria monastico-militare, per l'epoca crudele ed eroica delle Crociate, per la mistica del Martirio, per l'orgoglio di una fantastica appartenenza ad ideali, certo ormai fuori dalla realtà, come il sentire il proprio corpo volare nel tempo e nella Storia fino a sentire sul volto la vampa del sole che illumina, oggi come allora, le riarse contrade di Gerusalemme, Tiro, Sidone, Tripoli, Damietta, Safed, Acri, il lago di Tiberiade, i passi dell'Atlante, le coste del Mediterraneo orientale, è una sensazione che, ad occhi chiusi, li fa socchiudere nella fantasia cercando i simboli dei propri Sogni.- Parlare, sognare, ricordare il possente castello noto come il KRAK DEI CAVALIERI è uno di quei simboli chiave di tali fantasie.-
Se si percorre la moderna strada che da Homs si dirige verso Tripoli, a circa 4 chilometri ad est di Tell Kalakh, si vede, orgogliosa e possente, la massiccia struttura di una fortezza che, come un pugno invincibile, sfida ancora oggi il potenziale nemico e che persino ai nostri giorni incute all'osservatore sensazioni di timore e di rispetto: è il Krak dei Cavalieri!-


Da sette secoli, il possente nido d'aquila che fu baluardo della Cristianità si erge in meravigliosa posizione strategica sul pianoro di una collina dalle pareti ripide e scoscese che solo il vento e le brevi e improvvise piogge hanno scalfito, rimodellato e rese meno aspre e più dolci laddove le migliaia di proiettili che i mangani e le baliste musulmane che ne hanno percosso e martirizzato le mura ne hanno in parte colmato la originaria profondità.- Le indagini e le prospezioni archeologiche hanno consentito, con i loro ritrovamenti, di narrare la storia di questa collina che i millenni, con le loro alternanze di glaciazioni e riscaldamenti, con alluvioni e terremoti, hanno creato con un unico, ininterrotto scopo: quello militare.-
Roccaforte dei Gebusei, poi dei Romani [Alba Caesarea], quindi dei Curdi [Hosn Al Akrad], divenne una base delle truppe dell'Emiro di Homs prima di essere conquistata da cavalieri Franchi agli ordini di Tancredi, Principe di Antiochia, che la trasformarono completamente investendo una somma in lire tornesi che, paragonata ai nostri giorni, raggiunse la somma di oltre sessanta milioni di euro!-
Interessante notare che il Krak dei Cavalieri, se lo potessimo guardare dall'alto, potrebbe somigliare ad una cipolla dove le strutture che circondano il cortile centrale si sviluppano con un movimento centrifugo e dove gli stili architettonici seguono sia il progredire delle conoscenze e delle tecniche militari sia i sempre nuovi obiettivi strategici da proteggere considerando le sempre nuove esigenze e strade che si diramano dalla pianura circostante.-


Incredibile a dirsi, il nemico che dette più filo da torcere agli architetti militari cristiani non fu, almeno negli anni dal 1100 al 1206, l'esercito musulmano ma i terremoti; le cronache ne citano ben tre che provocarono danni ingentissimi alla pur poderosa struttura: quelli degli anni 1157, 1201 e 1202.-
Gli interventi di ristrutturazione, conservativi e di sviluppo si possono notare facilmente sia nelle strutture portanti sia in quelle destinate ad abitazione o a magazzino.- La prima fortezza, o meglio area fortificata, costruita dai Franchi si sviluppò solamente sul pianoro superiore della collina [aree di colore NERO] e risalgono al 1170.-
Successivamente, gli architetti militari, tenendo presente l'aumentata potenza delle macchine da assedio nonchè l'opportunità di imporre ad un aggressore l'obbligo di dover superare sbarramenti e difese aggiuntive che lo potessero logorare nell'assalto verso la struttura originaria, decisero di estendere le strutture difensive fino al limite del pianoro creando, per di più, una rampa di accesso con larghi gradini, completamente coperta ed in salita che, dalla base della collina ascendeva al pianoro; nella poderosa opera inserirono una serie di caditoi, feritoie e aree di interdizione munite di saracinesche oltre a due svolte ad angolo acuto anche esse soggette a tiro dall'alto verso il basso idonee sia alle armi da lancio che a quelle da getto [aree di colore ROSSO] con interventi strutturali che durano fino al 1271 allorchè il Krak venne occupato dal Sultano Baibars.-


Ultimo ad effettuare lavori alla fortezza fu proprio Baibars, non sappiamo quanto realmente preoccupato di un possibile contrattacco cristiano, che restaurò alcune torri e un edificio adibito a magazzino [aree di colore GIALLO].-
Doveroso precisare che il Krak, nell'anno 1142, venne affidato ai Cavalieri Ospitalieri e che fu contro costoro che si sviluppò l'azione militare, coronata da successo, di Az Zaher Baibars che, stranamente, riuscì a conquistare la fortezza dopo un assedio di soli SEI giorni!- Sottolineiamo il termine 'solamente' in quanto la poderosa struttura, che aveva a disposizione ben 4500 difensori nonchè alcune centinaia di fortissime macchine da assedio a media e lunga gittata (per di più posizionate molto più in alto rispetto a quelle degli attaccanti NDR), aveva costretto a girare alla larga o ad interrompere qualsiasi azione velleitaria di tipo militare sia Nur ed Din nel 1163, sia il grande Salah ad Din nel 1188 ed anche lo stratega al Malik al Adil che addirittura venne messo in fuga nel 1207.-
Riteniamo di dover aggiungere che i magazzini della fortezza, al momento della presa da parte di Baibars rigurgitavano di proiettili e di artifici incendiari e che il Sultano ebbe la possibilità di spingere impunemente le proprie macchine da assedio fino alla porta esterna della fortezza, indicata dal cerchio con il numero 1, e di penetrare fino alla porta della spianata, indicata dal cerchio con il numero 8, dove si arrestò e da dove offrì alla guarnigione ospitaliera, che aveva a disposizione sia le strutture militari circostanti il mastio che tutto il suo perimetro, la resa con la promessa della vita e della possibilità di trasferimento fino a San Giovanni d'Acri.-
Precisiamo, inoltre, che l'attacco musulmano si concentrò esclusivamente sul lato sud e dove si dovette arrestare in quanto bloccato dal fossato ricolmo d'acqua [area di colore CELESTE] e su un brevissimo tratto della difesa perimetrale ad est dove venne abbattuta un sola torre, tra l'altro insignificante ai fini della difesa della poderosa e sostanzialmente integra struttura, e cioè quella indicata con il cerchio con il numero 7.-
Ancora oggi si può agevolmente notare che sia le rampe di accesso che salgono dalla pianura verso la spianata del mastio sia perimetro esterno e quello interno della fortezza sono integre tant'è che non abbisognarono di alcun intervento di ristrutturazione!-


Senza voler assolutamente sminuire il valore dei Cavalieri Ospitalieri, le vicende collegate alla capitolazione della fortezza, avvenuta nelle circostanze e nel lasso di tempo narrati lasciano, francamente, molto perplessi e, purtroppo, allo storico ed al militare che sono in noi fanno amara la bocca!-
Proseguendo la storia della fortezza, si ritiene di aggiungere che questa restò zona militare fino al 1934 quando le mutate esigenze storiche ne determinarono l'abbandono da parte della guarnigione e il cambio di destinazione d'uso a polo turistico ed archeologico.-
E' il caso di aggiungere che nella zona di nord-est posta alle spalle della collina, dopo la conquista musulmana, si sviluppò un caratteristico villaggio storicamente suddiviso in tre quartieri che prendono i nomi di Fortezza, dei Turcomanni e del Serraglio e dove i più antichi edifici e monumenti risalgono all'epoca di Baibars e dove, intorno al 1280, vennero convogliate centinaia di prigionieri cristiani che furono la mano d'opera che il Sultano impiegò nella ristrutturazione della fortezza.-
A circa tre chilometri dal Krak dei Cavalieri sorge il medievale complesso religioso noto con il nome di Monastero di San Giorgio al Humeira che, tuttora abitato da monaci ortodossi, è famoso in quanto vi è una sorgente, detta al-Fauar, dalla quale l'acqua sgorga solamente quando gli orti del monastero hanno bisogno di essere irrigati; il monastero, nelle sue strutture murarie più antiche è ornato di una splendida cappella con pulpito in stile arabo e da un portale di accesso in stile romanico con rosone centrale purtroppo irreparabilmente danneggiato.-


Concludiamo questo breve nostro inserto aggiungendo che la fortezza conserva nel suo interno sia le tracce della dominazione cristiana sia di quella musulmana e dove si intrecciano e potremmo dire coabitano pacificamente sia l'architettura occidentale che quella medio orientale ognuna con splendidi esempi artistici che si sono mirabilmente incrociati ed affiancati con una singolare e costante azione di rispettosa ammirazione per i precedenti stili ornamentali e dove le iscrizioni in lingua e caratteri latini ed arabe esprimono la pietà verso i viventi ed i defunti e la glorificazione del medesimo Dio che creò l'Uomo a Sua immagine e somiglianza e che mostrò nella Sua immensa pietà che il perdono e la pace attendono i Credenti in quella estrema dimensione che ci attende al termine della nostra avventura terrena.-



G I O V E