I CATARI
Quando si parla dei Catari si e' portati ad immaginare uomini e donne, nobili e plebei, ricchi e poveri, Perfetti e Perfette, arrestati nel sonno, condotti in tetre prigioni e segrete e subito sottoposti a torture feroci condotte da incappucciati Domenicani serviti da scherani sudanti intorno a bracieri ardenti e, continuando, a vedere questi "diversi" messi su carrette che, dopo aver attraversato folle deliranti, arrivano a vaste piazze dove sono sistemate pire di legname ove gli stessi, in quanto relapsi, vengono arsi per liberare il mondo cristiano dal Male!-
Tutto questo e' il frutto delle storie cinematografiche che, dai meno giovani ai piu' giovani, abbiamo seguito in films come IL SETTIMO SIGILLO, IL NOME DELLA ROSA e BRAVE HEARTH: ma la Storia e' diversa!-
Cominciamo subito a togliere dall'immaginario collettivo una continua atmosfera, almeno all'inizio della vicenda, da "caccia alle streghe"; la maggior parte della storia si e' svolta con modalita' assai poco cruente, anzi molto pacifiche anche se con conseguenze moralmente devastanti sulla psicologia del "diverso". Lo scontro era di tipo morale e teologico ove si affrontavano, come nel 1145 nel caso di San Bernardo di Chiaravalle ad Albi, un teologo di matrice cristiana con un teologo di osservanza catara. Il tutto avveniva in pubblico, nelle chiese o nei monasteri e, spesso, nelle pubbliche piazze di fronte a intere cittadinanze interessate e coinvolte emotivamente nelle discussioni le cui parti in lingua latina sfuggivano quasi completamente alla massa degli ascoltatori.-
Una volta "conquistata" la ctitta', il borgo o il castello, il teologo vincitore lasciava i credenti alla loro vita di tutti i giorni rimanendo in attesa delle "relazioni" redatte dai monaci o dai preti del posto. Se le cose rientravano nel normale sistema canonico previsto dalla Chiesa Cattolica Romana e la Fede era tornata a permeare la vita degli abitanti tutto bene; se invece questi persistevano nell'errore, allora venivano preparate specifiche lettere di richiesta di assistenza all'autorita' laica responsabile del territorio affinche' fossero messe a disposizione del teologo cattolico sostanziose aliquote di forza pubblica per operare piu' incisivamente sui "devianti".-
Uno dei sistemi di particolare insistenza verso le autorita' laiche era quello di sensibilizzarle a collaborare efficacemente con i teologi perche' in caso contrario, oltre a dispiacere al Santo Padre [che risiedeva a Roma percio' a migliaia di chilometri di distanza], si correva il rischio di essere sanzionati da un provvedimento di interdetto o di scomunica che poteva comportare anche la sostituzione dell'autorita', dimostratasi scarsamente collaborativa, con uno dei tanti nobili senza contado o baronia pronti a subentrare nel giro di pochi giorni.-
Una volta ottenuta la massima collaborazione laica, questa volta si in modo silenzioso e di sorpresa, il borgo, la ctitta' o il castello venivano circondati e il teologo, fortemente scortato da militari e altri soggetti armati, riapriva il dialogo con i devianti e li diffidava senza mezzi termini e, mostrando loro un libro sacro [che avrebbe potuto essere l'annuario di un convento o dei balzelli visto che la incapacita' di leggere era pressoche' totale all'epoca], imponeva a tutti gli abitanti di confermare quanto, secondo il teologo, era gia' stato concordato nella precedente visita pastorale: se cio' non avveniva, l'individuo veniva considerato spergiuro o relapso e contestualmente condannato a pena detentiva o a morte a seconda della personale importanza nella vita "sociale" locale; se nobile veniva immediatamente colpito da scomunica e rimosso dalla conduzione del feudo.-
Anche in caso di condanna a pena detentiva o a quella di morte, durante la detenzione ovvero in attesa dell'esecuzione, il teologo o un suo delegato (prete o monaco), continuava incessantemente ad offrire al poveraccio la possibilita' di redenzione con il conseguente immediato reinserimento nella societa' e restituzione dei diritti cattolici e le previste conseguenze religiose salvo, in ogni caso, l'applicazione di sanzioni che potevano andare dall'obbligo di partecipare ad un particolare pellegrinaggio, devolvere alla Chiesa una somma o, nella peggiore ipotesi, partecipare ad una Crociata in Terra Santa o nella Penisola Iberica.-
Nei casi di persistenza nel rifiuto della Vera Fede il deviato veniva sottoposto alla pena detentiva cui era stato condannato ovvero ad essere arso in una pubblica piazza: questa eventualita' per la Chiesa rappresentava, per la mentalita' dei tempi, una sconfitta!-
Nel caso dei Catari ci si trova di fronte ad un caso particolare ovvero la commistione delle volonta' congiunte della Chiesa di Roma, tesa alla riconquista del territorio interessato da una devianza religiosa, con la volonta' della Corona di Francia interessata, in corso d'opera se cosi' possiamo dire, a sottrarre ad una casata non francese, nella fattispecie al Re di Aragona, una discreta parte del territorio geograficamente francese: il Protettorato nord Pirenaico costituito dalle Contee di Tolosa e di Foix e delle terre vassalle quali le viscontee di Bziers, di Carcassonne e di Albi.-
Un problema politico-territoriale, il primo nella storia europea, ed uno religioso che ebbe a svilupparsi nell'Europa continentale ma che non fu storicamente il primo dell'epoca Cristologia visti i precedenti della spaccatura susseguente al Concilio di Nicea ed alle "devianze" dualistiche e manichee.-
Se consideriamo il solo problema teologico possiamo notare che lo stesso ebbe origine, illustre, dalle imposizioni che la Chiesa Cristiana adotto' in occasione del fondamentale o famigerato, a seconda dei punti di vista, Concilio di Nicea.-
Analizziamo il problema base del Credo dualista.-
Nel fondamentalismo cristologico derivante dal Concilio niceano, cosi' come sanzionato dai cosiddetti Vangeli sinottici accettati ed imposti da detto Concilio, la figura del Cristo, Figlio di Dio, si fonde e si confonde nella Trinita' Padre + Figlio + Spirito Santo, Figlio del Padre che viene inviato sulla Terra, a mezzo di Maria Vergine, per ricondurre gli uomini alla Casa del Padre, sempre a mezzo del sacrificio del Figlio di Dio che offre la Sua vita ad espiazione per molti che ne riconoscono la Figura in remissione dei peccati.-
Il Concilio di Nicea decreta che il Cristo, in quanto Figlio di Dio,è'Uomo ma non soggetto alle Leggi comuni degli uomini [ebrei obbligati all'osservanza dei precetti mosaici], che non ha fratelli o sorelle di sangue, che non ha Famiglia all'infuori del Padre e dello Spirito Santo, che agisce per mezzo di Simone detto Pietro e degli altri Apostoli, liberi da consanguinei, che ne applicano i Precetti sia immediati che sotto forma di Parabole.-
Il Concilio di Nicea rigetta ogni altro testo anche se coevo alla vita terrena del Cristo (a differenza dei Vangeli sinottici posteriori alla vita del Medesimo) contrario ai Dogmi cristologici ed ai supposti ed imperativi intendimenti della Chiesa primitiva ed addirittura condanna detti testi, chiamati Vangeli Apocrifi, alla distruzione fisica dei medesimi perche' giudicati [?!?] falsi e fuorvianti.-
Che cosa, soprattutto, oltre ai Vangeli noti attualmente come Vangeli di Nag Hammadi, dalla localita' in cui sono stati fortunosamente e fortunatamente ritrovati, venne condannato dal Concilio di Nicea?-
Non tanto i Vangeli dell'infanzia di Gesu' [Protovangelo di Giacomo, Vangelo dello Pseudo-Tommaso, Vangelo dello Pseudo-Matteo, Vangelo dell'infanzia arabo-siriaco, Vangelo dell'infanzia Armeno, Libro sulla nativita' di Maria, Storia di Giuseppe il falegname] ed i Vangeli della Predicazione [Vangelo degli Ebioniti, Vangelo dei Nazareni, Vangelo degli Ebrei], i Frammenti Papiracei [Papiro di Ossirinco, Papiro Egerton, Papiro di Fayyum, Papiro II7I0 di Berlino], i Vangeli della Passione e della Resurrezione [Vangelo di Pietro, Vangelo di Nicodemo, Ciclo di Pilato, Assunzione di Maria] quanto i VANGELI GNOSTICI [Vangelo di Tommaso, Vangelo di Filippo e Vangelo della Verita'] e, soprattutto, il Vangelo Dualistico noto come il Libro di Giovanni Evangelista!-
Vediamo quali erano i precetti non riconosciuti come veritieri dal Concilio di Nicea e che portarono alla corrente dualistica cristiana all'inizio conosciuta come Manichea, quindi Bogomila, poi Albigese e, infine, Catara.-
I precetti sono derivati dal Libro di Giovanni Evangelista che descrive cosi' la Genesi e la teoria dualista del Bene e del Male nel Mondo e la figura di Satana contrapposto a Dio e del Cristo Salvatore interprete e mediatore del rapporto UOMO-DIO:
- Signore, in che considerazione era Satana presso Tuo Padre?";
- In tanta considerazione che comandava le Potenze del Cielo, Io sedevo con Mio Padre, mentre Egli dava ordini a tutti i sudditi del Padre ed andava gia' dai Cieli fino al Profondo e dal Profondo risaliva su fino al trono dell'invisibile Padre?";
- Cosa accadde allora?";
- Egli vide la gloria di Colui che muove i cieli e penso' di collocare la propria sede sopra le nubi del cielo, desiderando essere simile all'Altissimo?Cosi' ando' su attraverso tutti i cieli, fino al quinto cielo, parlando e seducendo gli angeli dell'invisibile Padre?"
- Allora si udi' una voce, che veniva dal Trono del Padre e diceva: chi se tu, rinnegatore del Padre, che seduci gli angeli";
- Mio Padre cambio' il suo aspetto [a Satana] a causa della sua superbia: gli fu tolto lo splendore della luce, il suo volto divenne come ferro incandescente e la sua corporatura in tutto simile a quella di un uomo?";
- Inoltre Satana? creo' l'uomo a sua somiglianza comandando a un angelo del terzo cielo di entrare in quel corpo di fango ne prese un poco e fece un altro corpo, in forma di donna, e comando' a un angelo del secondo cielo di entrare nel corpo della donna?Ma gli angeli si lamentarono quando videro intorno a se' un involucro mortale mentre loro erano differenti per natura. Allora egli comando' loro di compiere atti carnali nei corpi di fango ma essi non erano capaci a commettere il peccato?Allora Satana entro' in un astuto serpente e sedusse l'angelo che era nella forma di donna e sfogo' la sua lussuria? Percio' saranno chiamati figli del Diavolo quelli che ha creati la lussuria del Diavolo, loro Padre, fino alla fine del mondo?";
- Udito cio', io Giovanni, domandai al Signore Gesu':" Come mai gli Uomini dicono che Adamo ed Eva sono stati creati da Dio e posti nel Paradiso per osservare i Comandamenti del Padre, e che erano esenti dalla morte?...";
- E il Signore Gesu' mi rispose: " nella loro fallacia gli uomini stoltamente affermano che mio Padre ha creato i corpi col fango; ma Egli, per mezzo dello Spirito Santo, ha creato soltanto le Potenze dei Cieli, e soltanto alcuni Giusti si sono trovati ad avere corpi di fango a causa della loro trasgressione e percio' sono stati, in seguito, liberati dalla morte per aver liberamente riconosciuto la volonta' di Dio?"-
- E ancora io, Giovanni, domandai al Signore: " Quando comincia un Uomo ad avere un'anima nel suo corpo di carne...";
- Il Signore Gesu' mi rispose: "?Gli angeli che sono caduti entrano nei corpi delle donne e ricevono la carne per mezzo del piacere carnale: e cosi' c'e' uno spirito nato dallo spirito e una carne nata dalla carne e in tal modo il Regno di Satanaè'assicurato in questo mondo fra tutte le genti!" [In conseguenza di questa dottrina, il manicheismo condannava la procreazione appunto per non perpetuare l'imprigionamento dello Spirito nella Materia]...";
- Allora mio Padre mando' me nel mondo, perche' io insegnassi questa verita' agli uomini ed essi potessero conoscere i malvagi disegni di Satana?e quando mio Padre delibero' di mandarmi nel mondo, invio' prima di me un angelo di nome Maria, per ricevermi? e, senza che l'abbia battezzato Io, in remissione dei peccati, in nome dello Spirito Santo, col solo battesimo dell'acqua nessun uomo puo' vedere il Regno dei Cieli: poiche' Io sono il pane di vita cheè'disceso dal settimo cielo e solo coloro che mangiano il mio corpo e devono il mio sangue saranno perfetti e chiamati Figli di Dio?".-
Ecco il secondo pilastro della credenza Catara: la inefficacia del sacramento del battesimo impartito con l'acqua dalla Chiesa Cattolica Romana che non vale a togliere il peccato originale.-
Terzo pilastro del credo dualista cataroè'che non vi era la necessita', disciplinata dal Concilio anzidetto, di una "intermediazione" non laica per raggiungere la conoscenza dei precetti divini e, consapevoli della verita', raggiungere lo stadio terminale della cognizione divenendo Perfetti e Perfette comprendendo la genesi del Creato sulla sola base dei Vangeli senza l'attivita' mediatrice dei soggetti ecclesiastici e rifiutando, per di piu'?, non solo l'attivit? degli organismi canonici ma anche la congiunzione carnale sia a meri fini fisiologico-lussuriosi sia ai fini procreativi.-
Il credo cataro si basava anche sulla necessit? di una dichiarazione di comprensione e di cosciente richiesta di appartenenza alla Chiesa catara per cui i bambini non potevano ricevere l'imposizione delle mani [COSOLAMENT] che li accoglieva nella famiglia catara e che poteva essere richiesto solo in vita, anche se all'ultimo momento, dal credente adulto.-
Il CONSOLAMENTUM conferiva, per?, solo lo status di credente che, da quel momento, si impegnava a diventare l'individuo "nuovo" che prendeva coscienza della sua vicinanza a Dio e del suo ripudio delle pratiche sataniche della congiunzione carnale sia a fini lussuriosi che a quelli di procreazione; rompeva la perversa spirale satanica della violenza, della menzogna, della malvagit? e del vizio in tutte le sue forme: il credente, piu'? che a una Chiesa, entrava a far parte di un Ordine elitario al quale ci si legava per costruire autonomamente, coscientemente e consapevolmente la propria salvezza.-
Il CONSOLAMENTUM aveva, quindi, una duplice efficacia: era battesimo che apriva le porte della Chiesa/Ordine nonche' quello di iniziazione al primo gradino dell'ordinazione religiosa.-
Il secondo livello della Chiesa/Ordine si aveva dopo un tempo variabile legato, innanzi tutto, alla considerazione ed al rispetto che i confratelli avevano del singolo o della singola credente; solo allora si poteva essere elevati al rango di PERFETTO o di PERFETTA. Da quel momento l'attivita' del cataro poteva svolgersi solamente in coppia con un altro pari grado che veniva chiamato S?ci se uomo e S?cia se donna: i due dovevano collaborare permanentemente fino alla morte salvo raggiungere il grado di DIACONO, responsabile della cellula base della societa' catara: il LABORATORIO COMUNITARIO dove si leggevano e spiegavano, naturalmente in chiave ed interpretazione catara, brani commentati dei Vangeli, sinottici ed apocrifi con una particolare preferenza per quelli dell'Apocalisse.-
Al termine di ogni cerimonia liturgica i catari si scambiavano il bacio della Pace: tra uomini e tra donne unendo le labbra mentre tra i due sessi si chinava semplicemente il viso l'uno sulla spalla dell'altra per poi baciare il Vangelo.-
Il massimo livello verticistico era quello di VESCOVO che diveniva il responsabile di una Diocesi regionale e, sommo grado, di Lingua.-
Altra Teoria vuole, invece, riconoscere all'ideologia (in questo caso) Catara una rivolta sociale "ante litteram" da parte del Popolo, cosciente dei propri bisogni e del proprio stato, in odio ed antagonismo ad una Chiesa detentrice di poteri e di prebende, ricca, inoperosa e soddisfatta a confronto di una massa operosa che sopravviveva al limite minimo di una situazione di indigenza e di inedia prossima alla fame endemica. Non condividiamo questa tesi troppo moderna in quanto, se cosi' fosse stato, oltre che a trovarci in una situazione di rivolta latente in tutto l'orbe cristiano l'area di contrasto non si sarebbe limitata alla Linguadoca o, in seguito alla repressione esercitata localmente, al nord della Penisola Italica ma sarebbe stata una situazione conflittuale diffusa in tutto il mondo Mediterraneo posto sotto l'influenza della Chiesa di Roma.-
Abbiamo visto che uno dei primi personaggi storicamente esistiti che operarono contro le devianze catare fu San Bernardo di Chiaravalle che tutti conosciamo; gli altri personaggi "pubblici" intervenuti piu' o meno direttamente, dall'una o dall'altra parte, nella repressione e contro l'eresia catara, che si sviluppo' dal XI al XIV secolo, furono [in ordine alfabetico]:
- i Papi: Alessandro III, Alessandro IV, Benedetto XI, Benedetto XII, Bonifacio VIII, Celestino III, Celestino IV, Clemente IV, Clemente V, Giovanni XXII, Gregorio VII, Gregorio IX, Innocenzo III, Innocenzo IV, Leone IX, Lucio II, Lucio III, Onorio III;
- i Re di Francia: Carlo X, Filippo Augusto, Filippo IV, Luigi VI, Luigi VII, Luigi VIII, Luigi IX;
- i Re d'Inghilterra: Enrico III, Giovanni Senza Terra, Riccardo I;
- gli Inquisitori: Arnaldo di Gouzens, inquisitore diocesano, Arnaud Guglielmo, inquisitore, Bernardo di Caux, inquisitore, Bernardo Gui, inquisitore[personaggio storico del film "IL NOME DELLA ROSA], Durand Pietro, grande inquisitore, Ferrer Pierre, inquisitore, Galand Giovanni, inquisitore, Giovanni di Saint-Pierre, inquisitore, Goffredo d'Ablis, inquisitore, Nicola d'Abbeville, inquisitore, Ponzio di Parnac, inquisitore, Raymond Guglielmo, inquisitore, Rinaldo di Chartres, inquisitore, Seilan Pietro, inquisitore, Stefano di Saint-Thibry, inquisitore;
- i Re d'Aragona: Eleonora, Regina d'Aragona, Ferdinando II il Cattolico, Re d'Aragona, Pietro II, Re d'Aragona;
- gli Imperatori: Enrico III, Federico II Hohenstaufen;
- i Prelati: Bernardo di Castanet, Vescovo di Albi, Folco, Vescovo di Tolosa, Fournier Giacomo, Vescovo di Pamiers, Guido di Les Vaux de Cernay, Vescovo di Carcassonne, Pietro di Benevento, Cardinale legato pontificio, Tedisio, legato pontificio;
- i Nobili: Bernardo V, Conte di Comminges, Gerardo di Ppieux, Signore di Minervois, Guido di Montfort, Pelet Raimondo, Signore di Als, Raimondo II, Signore di Trencavel, Raimondo Ruggero, Signore di Trencavel, Raimondo V, Conte di Tolosa, Raimondo VI, Conte di Tolosa, Raimondo VII, Conte di Tolosa, Raimondo Ruggero, Conte di Foix, Ruggero Bernardo III, Conte di Foix, Ruggero di Comminges, Visconte di Couserans, Simone IV di Montfort, Umberto di Beaujeu, Luogotenente del Re di Francia;
- inoltre: Bianca di Castiglia, Regina di Francia e Domenico di Guzman, Fondatore dell'Ordine Domenicano.-
Oltre a costoro innumerevoli Prelati, Perfetti e Perfette di credo cataro di cui la Storia ci ha lasciato memoria o i cui nomi sono stati dispersi o dimenticati dalla medesima ma che, comunque, sono noti a chi li ha amati o a Dio.-
La cronaca dell'epoca ci narra che il via alla Crociata contro i Catari venne dato da Papa Innocenzo III (Lotario Conti dei Conti di Segni, fine erudito e giurista della sua epoca che deve al medesimo la teorizzazione nonche' l'argomentazione a sostegno della teocrazia pontificia) che fa della lotta contro l'eresia e la conseguente pacificazione del mondo cristiano l'alta missione alla quale dedica tutte le risorse fisiche e spirituali del proprio pontificato. Il suo primo obiettivoè'sradicare l'eresia dualista catara dalle terre d'oc. All'inizio attraverso il confronto e la persuasione per poi passare, dopo l'assassinio del suo Legato, Pietro di Castelnau, nel 1208, al coinvolgimento delle forze laiche per lo sradicamento dei riottosi devianti che passo' alla storia come Crociata contro gli Albigesi.-
Il primo provvedimento di Innocenzo III contro l'eresia catara venne emanato dopo soli tre mesi dalla sua elezione allorche' invio' una lettera apostolica alle autorita' ecclesiastiche occitane in cui chiedeva di prendere le misure indispensabili contro gli eretici e coloro che li proteggono.-
Il primo effetto fu quello del raduno di un esercito cattolico che, nel 1181, mise sotto assedio la ctitta' di Lavaur dove risiedeva il Vescovo cataro della contea tolosana ed il suo assistente protetti e con la complicita' del visconte di Carcassonne.-
Anche dopo tali fatti e la lettera pontificia, i Prelati della provincia di Narbona avevano fatto alcunche' se si esclude il Vescovo di Reims che, con l'ausilio delle truppe del Conte di Fiandra, Filippo d'Alsazia, scateno' una serie di operazioni para-militari che, efficacemente, ebbero l'effetto di bloccare sul nascere, con ordalie e roghi, lo sviluppo del catarismo come eresia popolare e di assestare duri e definitivi colpi alla sua organizzazione e diffusione ecclesiale nella zona posta sotto il suo diretto controllo.-
Per quanto riguarda quella che oggi potremmo chiamare "geo-politica" la situazione era, all'epoca, alquanto intricata. Il Conte di Tolosa (Raimondo V ed i suoi discendenti) governava un territorio che comprendeva le province di Foix, Tolosa, Agen, Cahors, Rodez, Valence e Barbona; cioe' piu' di un terzo dell'attuale Francia e, per di piu', non era vassallo del Re di Francia ma del Regno d'Aragona con lo "status" di Protettorato.-
Questi territori, inoltre, circondavano e, in pratica, proteggevano le Viscontee di B?ziers, Carcassonne ed Albi divenuti feudo di Simone di Montfort sempre sotto la sovranita' di Pietro II, Re di Aragona.-
Di conseguenza, le Regioni del Rouerge, del Quercy, dell'Albigeois, del Lauragais, del Lautr?cois, del Vielmor?s, delle Cabard?s, della Bassa e dell'Alta Contea di Foix, del Basso e dell'Alto Raz?s, della Termen?s e delle Peyreperpetus?s venivano a trovarsi sotto il controllo, si badi bene, solo nominale del Re d'Aragona che, comunque, veniva impedito dal diretto controllo dell'area dalla catena pirenaica che di fatto faceva si' che i vari Conti e Visconti fossero in pratica solo vassalli nominali del Reame di Aragona; questo stato di cose, poi lo vedremo, incidero' non poco sulla mancanza di un sollecito intervento del Re di Aragona sia dal punto di vista dell'assistenza militare che da quello materiale nei confronti dei suoi "sudditi oltrepirenaici".-
Altro fattore da tener presenteè'rappresentato dalla guerra endemica in atto all'epoca tra i reami iberici ed i territori soggetti alla dominazione moresca che ne assorbivano, praticamente, le totali risorse militari: l'ultima cosa che il re d'Aragona e gli altri Re iberici desideravano era l'apertura di un secondo fronte nel nord-est contro il regno di Francia per la difesa di sudditi, tutto sommato poco collaborativi, e che si erano man mano sempre piu' staccati da una comune Madre-Patria ibero-pirenaico-occitana.-
Teniamo presente, infine, che il Reame d'Aragona trovava piu'? facilmente acquisibile al Regno le terre sottratte ai mori, piu' semplicemente controllabili mancando un sistema di difesa naturale come il massiccio pirenaico, rispetto allo status di dipendenza, si ripete, solo nominale dei signori e signorotti delle zone direttamente a contatto del Regno di Francia.-
Tale era la situazione dell'area allorquando, con un'azione incredibile a posteriori, un Principe occitano, Raimondo V Conte di Tolosa, dopo aver richiesto invano l'aiuto del suo Re Aragonese, che era severamente impegnato nella riconquista, lancio' un grido di allarme nel 1177 al capitolo generale dell'Ordine cistercense denunciando la massiccia presenza nelle sue terre degli Eretici in cio' appoggiato dall'allora Vescovo di Barbona Ponzio d'Arsac. Nel suo documento di aiuto, Raimondo V si rivolge perfino, indirettamente, al Re di Francia Luigi VII dichiarandosi pronto, addirittura, a consegnare se stesso, le sue ctitta' ed i suoi castelli ad un monarca, di fatto, straniero pur di debellare l'eresia che, a suo avviso, stava minacciando fortemente il sentimento cattolico di parte dei suoi sudditi.-
Da notare che il grido di aiuto di Raimondo V precede di ben 20 anni la crociata che sara' indetta da Papa Innocenzo III contro gli Albigesi: l'esito del suo appello arrivo' in un momento di pace [!] che era stat stipulata tra Luigi VII ed Enrico II d'Inghilterra e, percio', in un periodo storico in cui abbondavano forze armate sia nobili sia plebee, francesi e inglesi, che non sapevano i Re centro europei come utilizzare; ricevuta che ebbe la lettera di Raimondo V, Luigi VII ed Enrico II si premurarono "per la difesa della Fede" di inviare robusti contingenti di truppe come scorta al legato pontificio Pietro di Pavia che avrebbe operato sul territorio dal punto di vista teologico: Papa Alessandro III approvo!-
Contestualmente, Alessandro III, invio' una bolla pontificia ai maggiori principi occitani tra i quali, naturalmente, Raimondo V, il Visconte Raimondo di Turenne ed il Visconte di Carcassonne, Ruggero II? per assicurare il massimo intervento seguito alle loro richieste con l'obbligo di assistere militarmente anche essi, ove necessario, i reparti franco-inglesi.-
Se tali accadimenti andavano incontro ai desiderata di Raimondo V e dei suoi piccoli vicini feudatari, gli stessi fatti andavano contro la volonta' del popolo e di gran parte della borghesia locale che aveva dalla sua parte il piu' potente dei feudatari: il Visconte di Carcassonne e di Albi Ruggero II Trencavel i cui possedimenti erano pari alla meta' dell'intero regno di Francia e simili, all'epoca, alla quasi totalita' del Regno di Aragona e che, per di piu', teneva prigionieri i Vescovi di Albi e di Bath.-
Il legato pontificio Pietro di Pavia, percio', si trovo' costretto ad impedire qualsiasi azione di forza onde evitare "rappresaglie" sui due porporati e ripiego' su un pubblico dibattito di natura strettamente teologica, nella cattedrale di Saint-?tienne, con due Vescovi catari: Bernardo Raymond e Raimondo di Baimiac, che avevano sede in Tolosa, che muniti di salvacondotto lo affrontarono pubblicamente.-
Fini' con il reciproco anatema (!) con pero', stranamente, lo scambio di salvacondotti per tutti i personaggi coinvolti nella discussione e con la liberta' di movimento nei territori occitani dei Vescovi catari che lasciarono Tolosa per la piu' tranquilla zona di Lavaur mentre il legato pontificio lasciava a sua volta la Linguadoca.-
Tale divisione in zone di influenza, Tolosa ai cattolici e Lavaur ai catari, venne discussa da Alessandro III nel concilio ecumenico lateranense ove, pero', vennero messi sotto accusa di eresia la Guascogna, l'Albigeois e la regione Tolosana con conseguente anatema sia contro gli eretici che contro i loro protettori borghesi e nobili esteso anche alle truppe mercenarie Pirenaiche e Brabantine prestanti servizio al soldo del Trencavel e dei suoi piccoli feudatari.-
In tali frangenti, con l'auspicio di Enrico di Marsiac, Vescovo di Albano, venne lanciata una mini crociata contro il Trencavel che aveva acconsentito che i citati Bernardo Raymond e Raimondo di Bariac si fossero potuti sistemare a Lavaur. Il contingente raccogliticcio di cavalieri cattolici cinse d'assedio Lavaur dove si trovava, casualmente, la moglie del Trencavel, Adelaide che, per evitare perdite tra la popolazione, decise di consegnare i due "ricercati". I due vescovi catari , nel corso del processo canonico, a loro carico non solo ebbero salva la vita ma vennero integrati nei ranghi della chiesa cattolica venendo nominati canonici a Tolosa rispettivamente il Raymond a Saint-?tienne e il Baimiac a Saint-serin!-
L'8 gennaio 1198 mori' Papa Celestino III; lo stesso giorno venne eletto Papa il trentasettenne Innocenzo III: era iniziata la fine dell'eresia catara!-
Il 1 di aprile dello stesso anno, Innocenzo III invio' la sua prima missiva apostolica sul problema dell'eresia catara all'Arcivescovo di Auch ordinandogli le prime misure indispensabili per operare contro gli eretici provvedendo, inoltre, ad inviare nel territorio occitano il proprio legato Pietro di Castelnau per le necessarie verifiche teologiche e per avere un rapporto di prima mano da una persona di sua fiducia sulle intelligenze e protezioni di su cui potevano godere gli eretici da parte dei feudatari locali: il 14 gennaio 1208, dopo che aveva inviato ad Innocenzo III decine di rapporti sempre piu' allarmanti circa la situazione occitana, Pietro di Castelnau mentre si accingeva ad attraversare il Rodano per recarsi dal Santo Padre (verosimilmente per concludere a voce il suo rapporto) venne assassinato con un colpo di lancia nella schiena.-
Arnaldo Amalrico, abate di Citeaux, saputo l'accaduto rese noto al Papa che, a suo avviso, il mandante dell'assassinio era stato Raimondo VI il quale, pochi giorni prima,aveva avuto un vivace scontro con Pietro di Castelnau che gli aveva lanciato contro interdetto e scomunica per la protezione che lo stesso concedeva a prelati e borghesi catari nei suoi domini laddove il nobile aveva profferito in pubblico minacce di morte nei confronti del legato apostolico.-
Il 10 marzo dell'anno 1208, dopo aver ricevuto l'abate, INNOCENZO III promulgava la bolla pontificia che dava il via alla repressione dell'eresia catara dapprima in Occitania, Provenza e Linguadoca e che si sarebbe, solo dopo due secoli, arrestata nella pianura lombarda e sulle Alpi.-
Il primo soggetto pubblico, si direbbe oggi, investito dalla bolla pontificia fu il Re di Francia che, purtroppo per il Santo Padre, aveva le sue gatte da pelare in Fiandra mentre parte del suo regno era invaso e soggetto alle truppe anglo-imperiali.-
Anche il secondo destinatario della bolla pontificia, il Re d'Aragona, era severamente impegnato nel contenimento di una seria contro offensiva moresca.-
L'azione del Santo Padre e del suo legato, il citato Abate Arnaldo Amalrico, era di fatto vanificata dai problemi militari dei due reami interessati dalla richiesta di azione i cui Re avevano solamente potuto esprimere il filiale atto di omaggio al Pontefice al quale avevano entrambi assicurato un massiccio apporto diplomatico e militare "non appena le circostanze lo avessero acconsentito!" assicurando, pero', al Papa che, se qualcuno dei loro sudditi avesse preferito servire sotto le insegne crociate, lo avrebbero, seppur a malincuore, lasciato libero di seguire il Santo Padre.--
Ecco svilupparsi allora nella mente del Pontefice il geniale concetto legale che gli consenti' di sviluppare la massiccia offensiva militare che, sotto la guida spirituale di Arnaldo Amalrico e dei suoi successori, avrebbe chiuso l'esperienza catara in terra d'Europa: Raimondo VI, gia' colpito da anatema, viene scomunicato per l'appoggio dato agli eretici nei suoi territori; i suoi vassalli vengono sciolti d'ufficio dall'obbligo di obbedienza; i suoi territori ereditari e dinastici vengono dichiarati, con forzatura giuridica, "offerta di preda" e pertanto verranno assegnati in feudo a chiunque li occupero'!-
La forzatura giuridica, specie per quell'epoca,è'evidente: i feudi possono essere concessi solamente dai Re dato che la Chiesa non ha ancora un suo Patrimonio di Pietro potendosi limitare esclusivamente a riconoscere, come avvenuto per i Capetingi, che i Re operano "per la difesa della Fede cattolica" ma non su delega apostolica nell'amministrazione di Terre e/o di Genti!-
La particolarita' dei componenti la Crociata contro i Catari fu pero' unica nell'epoca: i combattenti provenivano pressoche' esclusivamente dai territori soggetti al Re di Francia!-
Il fatto fu eclatante in un momento storico in cui i combattenti, sia crociati che dei regni territoriali, piu' che una nazionalita' intesa con il termine moderno, erano composti da una specie di "Legione Straniera", piu' o meno mercenaria, che combattevano uniti sotto una stessa bandiera solamente perche' obbligati da vincoli feudali oppure perche' facenti parte di ordini monastico-cavallereschi che rispecchiavano le diverse discendenze cristiane e la cui lingua comune era tutto sommato ancora il latino: volendo cercare una differenza con gli eserciti tardo imperiali Romani e gli eserciti dell'epoca di evidente ci sarebbe stato solamente che coloro i quali parlavano uno stesso idioma, a differenza degli eserciti Romani, erano una minoranza anziche' una maggioranza.-
Volendo ulteriormente analizzare, col senno di poi, tali fatti potremmo aggiungere che la Crociata contro i catari fu il probabile elemento che instillo' al primo monarca "moderno", nel senso comune del termine, Filippo IV di Francia, l'idea della possibile creazione di una Nazione unita e composta da sudditi di monolingua e di monocultura che avrebbe potuto affrontare sia i nemici interni che quelli esterni: chissa!?-
Tornando all'esame dei fatti la composizione pressoche' simile dei partecipanti all'evento venne colta nel senso piu' ampio delle sue possibilita' per primo dal re di Francia Filippo Augusto che ravviso' nella forzatura giuridica papale la possibilita' che, una volta riuscita con successo l'impresa, avrebbe potuto ottenere due importanti risultati:
- estendere senza spese i territori reali di Francia portandoli ai Pirenei, piu' facilmente difendibili da una delle endemiche guerre e guerricciole tra regni confinanti;
- instaurare su una quantita' di terre pari al proprio regno una serie di feudatari, originariamente solo di sangue, che gli avrebbero assicurato nel medio termine sia proventi economici che militari tali da consentirgli un deciso potenziamento del proprio esercito.-
Il Re di Aragona, piu' pesantemente impegnato dai Mori ed abituato a ricevere scarse risorse economico-militari dai suoi riottosi e velleitari feudatari oltre pirenaici, se ne accorse solo dopo che gli stessi vennero sbaragliati sul campo e ridotti al rango di nobili senza terra [e senza risorse] dai vincitori francesi ma quando intervenne, come vedremo, non riusci' ad evitare la scomparsa dei Protettorati e delle Dipendenze Aragonesi che, grazie al proditorio comportamento papale, erano oramai passati di mano. I Passi pirenaici erano vigilati, nonostante la guerra in corso tra Francia, Inghilterra ed Impero, da robusti catenacci composti da truppe scelte francesi!-
Il primo a comprendere che le cose stavano per cambiare fu Raimondo VI che, vedendo raccogliersi un esercito potenzialmente pericoloso dato che era composto da centinaia di nobili senza terra e pronti ad accasarsi in casa altrui, propose ad Innocenzo III di auto sospendersi dalle proprie cariche e di accettare un equo processo, che prevedeva la partecipazione dei re di Aragona e di Francia congiuntamente ad un legato Pontificio diverso da Arnaldo Amalrico, a proprio carico. Raimondo contava sul fatto che nel breve termine i due Re non avrebbero potuto distogliere la propria attenzione dai rispettivi terreni di guerra e che le raccogliticce truppe papali si sarebbero dissolte nell'inutile attesa di una campagna che avrebbe potuto svolgersi di li' da venire o non svolgersi affatto e contando, inoltre, sul noto spirito irrequieto ed avventuriero dei suoi simili che non avrebbero atteso per molto tempo gli effetti di una azione diplomatica rimanendo con le mani in mano e senza la possibilita' sia di dar sfogo al proprio carattere irruento sia di poter far man bassa di beni altrui.-
Il Santo Padre, pero', conosceva bene anche lui i suoi "campioni della Fede" per cui finse di accondiscendere alla richiesta e nomino' il suo segretario Milone ed il canonico genovese Mastro Tedisio all'attivita' preparatoria del processo facendo far loro una continua e sterile spola tra i due Re e Raimondo VI.-
Degno di nota, in tali frangenti, fu l'incontro tra i delegati pontifici ed il Re Filippo Augusto a Villeneuve-sur-Yonne ove gli stessi dopo aver recapitato al Sovrano una missiva pontificia, dinanzi all'intera corte, lo supplicarono di mettersi a capo della crociata o in alternativa di concedere licenza a tutti coloro i quali avessero voluto prendere le armi per la difesa della Fede ribadendo la "possibilita' di preda". Il Re replico' che era impegnato a difendere il suo territorio dai "due leoni" che lo stavano aggredendo (il Re d'Inghilterra Giovanni Senza Terra e l'Imperatore Ottone di Brunswick) ma fu costretto a ribadire che avrebbe concesso il suo nulla osta ad eventuali crociati: la Crociata contro i catari aveva avuto l'indiretto imprimatur regio.-
L'esercito comincio' a formarsi.-
Sotto la spinta emotiva del succedersi degli eventi, Raimondo VI decise che la difesa dei suoi borghesi, dei suoi castellani e di alcuni suoi consanguinei non valeva il rischio di perdere il suo feudo e, il giorno 18 giugno, dopo aver dato in pegno ben sette sue fortezze e castelli, il conte di Tolosa, a piedi nudi e coperto solamente da un paio di brache, attraverso' la piazza prospiciente la basilica di Saint Gilles, la navata ed il sagrato della medesima e si inginocchio' davanti il legato pontificio umiliandosi dinanzi ai suoi sudditi prestando giuramento che avrebbe ripudiato e combattuto l'eresia e riparati i suoi torti verso il Santo Padre.-
Di piu'. Dopo essere stato simbolicamente e pubblicamente battuto con una verga a titolo di espiazione il Conte dovette promettere il massimo appoggio alla Crociata nonche' di ritenere esautorati i suoi nipoti e amici, tra i quali Raimondo Ruggero Trencavel Visconte di B?ziers, Carcassonne ed Albi, dai loro incarichi feudali e di trasmettere ogni loro territorio nelle mani del Santo Padre che li avrebbe potuti concedere in feudo a chiunque il Papa stesso avesse scelto!-
Ancora Raimondo VI non lo sapeva ma un esercito crociato aveva gia' iniziato la sua attivita' militare nell'Agernais; la prima piazzaforte a cadere fu Bigaroque sul fiume Dordogna, quindi, risalendo la valle del fiume Lot nella regione tolosana e puntando su Villemur che era una potente sede catara ed i cui componenti vennero dispersi nel resto del territorio.-
Mentre tali fatti accadevano, Raimondo VI inizio' a discutere i termini dello scioglimento delle truppe crociate in prossimita' della ricca e popolosa ctitta' di B?ziers. Mentre i colloqui erano in corso, un gruppo di giovani cittadini di B?ziers usci' dalla porta posta in prossimita' dell'accampamento dei fanti crociati sfidandoli ed iniziando una scaramuccia. Il potente esercito crociato raccolse la sfida ed intervenne in massa. I giovani, allora, cercarono di interrompere il contatto e di rientrare in ctitta' ma non avevano ne' il passo ne' la freddezza necessaria per una tale manovra per cui le porte della ctitta'ì, lasciate aperte per il rientro degli sconsiderati, vennero prese d'assalto dai fanti. Accortisi di quanto stava accadendo anche i cavalieri crociati si lanciarono verso la ctitta'ì per non perdere la loro parte di bottino ed in quel frangente uno dei nobili cavalieri chiese ad Arnaldo Amalrico come poter distinguere i Catari dai Cattolici e venne pronunciata dal legato Pontificio la famosa, terribile frase: "ìUCCIDETELI TUTTI!... DIO RICONOSCERA' I SUOI!...": nel rapporto successivamente indirizzato alla Santa Sede, i legati parlarono di oltre ventimila morti!-
Visti i fatti con la mentalita' dei nostri tempi cio' puo' apparire un fatto degno di indagini di Corti Internazionali, di arresti, di condanne a severe pene detentive se non a esemplari condanne a carico dei responsabili per i delitti di Genocidio e di Crimini contro l'Umanita' ma quegli stessi fatti ed il conseguente saccheggio non comportarono alcuna reazione se si esclude l'automatico abbandono delle campagne da parte della popolazione rurale ed il normale raduno della gente nelle grandi ctitta' della zona con una tattica prevista fin dalla caduta dell'Impero Romano d'Occidente cosi' come pianificata in caso di infiltrazioni barbariche.-
L'esercito Crociato, nel frattempo battezzato con il nome di Militia Christi, prosegui' la sua marcia verso il successivo obiettivo: Carcassonne capitale del Visconte Raimondo Ruggero di Trencavel.-
Questi, approfittando dei giorni concessigli dall'esercito crociato aveva provveduto a tre importanti azioni:
- la raccolta delle risorse alimentari ed umane per resistere all'assedio;
- l'adunata in Carcassonne della maggior parte dei fanti e cavalieri dei suoi domini;
- l'invio di una richiesta di aiuto, in quanto suo signore, al Re di Aragona.-
I crociati giunsero sotto le mura di Carcassonne praticamente insieme alle truppe di Aragona condotte personalmente da Re Pietro: la situazione si cristallizzo'. Pietro d'Aragona cerco' di svolgere una attivita' di mediazione tra le parti ma, non potendosi trattenere a causa del conflitto in Catalogna contro i Mori, fu costretto a lasciare il suo feudatario al suo destino; Trencavel, nel corso di un colloquio con i capi crociati venne arrestato e gli abitanti di Carcassonne furono costretti a capitolare con il conseguente esilio dalla ctitta' con la sola biancheria personale indosso.-
Il 15 agosto dell'anno 1209 Raimondo Ruggero di Trencavel venne dichiarato decaduto del titolo di Visconte di B?ziers, Carcassonne ed Albi; dopo una lunga trattativa tra il delegato apostolico ed i capi crociati, il titolo venne offerto al quartogenito figlio di Simone III di Montfort, Conte di Leicester che aveva avuto, nel frattempo la sfortuna di essere coinvolto nel conflitto anglo-francese con la conseguenza di essere divenuto Conte di un territorio confiscato dal Re d'Inghilterra a titolo di risarcimento di guerra; praticamente erano di sua proprieta' le cavalcature da guerra, l'armatura, le armi e pochi scudi imprestatigli dai fratelli: Simone di Montfort accetto'!-
Per un momento ricordiamo le norme di diritto feudale allora vigenti. Il Signore di un territorio accettava di esserne nominato feudatario in nome e per conto del concedente. Da quel momento aveva l'obbligo non solo di amministrare giustizia nel territorio concessogli in nome e per conto del suo signore ma anche di anticipargli le tasse annuali esigibili su tale territorio, salvo recuperarle nel corso dell'anno. Prestare ausilio militare con i contingenti di fanteria, cavalleria, sussistenza e poliorcetica previsti per tale territorio [indifferentemente se con reparti indigeni o mercenari] e, soprattutto, provvedere alla nomina di feudatari, castellani e amministratori locali dei quali si doveva far garante e per i quali doveva, in caso di malaugurate defezioni, assicurare la sostituzione e la severa punizione. Ultimo dovere era quello di seguire la linea "politica" del proprio signore indipendentemente da proprie convenienze commerciali, amministrative e familiari rispetto al "campo avverso". Nel caso in esame, campagna religioso-militare, la situazione poteva avere risvolti particolarmente inquietanti perche' non era sicuro che i potenziali feudatari, pur essendo magari di provato valore e di relativa fiducia, potessero anche garantire il "sacro" zelo richiesto per la conduzione di azioni militari o di polizia religiosa magari contro persone di specchiate virtu' che, pero', avevano la sola pecca di onorare Dio con altre parole o comportamenti e, talvolta, dimoranti nella casa accanto o conosciuti fin da bambini. Il fatto, completamente di natura personale e privata, poteva comportare il rifiuto di prestare omaggio feudale a prescindere dalle dichiarazioni di lealta' politica con la conseguenza che il valoroso, saggio e onesto feudatario veniva, da un giorno all'altro dichiarato decaduto "per motivi di credo religioso" dal suo incarico e contestualmente dichiarato "nemico di Dio" pur sapendo che lo stesso era di assoluto valore e, per di piu', facendoselo nemico.-
La nomina di Simone di Mointfort fu seguita da un vero e proprio suicidio politico del Papa che, avendo costretto all'umiliazione Raimondo V e, dopo averlo imprigionato, sostituito Trencavel con il Montfort dichiaro' che la Crociata si era di fatto conclusa, per di piu' invitando la MILITIA CHRISTI ad indirizzare le punte delle lance contro i Mori o nella difesa del Regno di Terrasanta: secondo il Papa quella che oggi chiameremmo "pulizia etnica" era solamente una semplice azione di polizia che doveva e poteva essere svolta dal solo Visconte Simone di Montfort.-
L'esercito crociato inizio' a sciogliersi: parte ritorno' sotto le bandiere reali francesi e parte si imbarco' per la Terra Santa.-
Per Simone di Montfort la parte del conquistatore si trasformo' pian piano in quella di assediato nelle maggiori ctitta' che poteva solamente difendere mancandogli i reparti d'assalto e le artiglierie con le quali prendere i castelli sparsi per il territorio e soggetti alle truppe lealiste della dinastia aragonese o da seguaci di Raimondo di Tolosa che vennero identificati con il termine occitano di "faidits".-
Le truppe residue al comando di Simone di Montfort assommavano a circa quattromila soldati, sufficienti a tenere i capoluoghi di viscontea ma impossibilitate a compiere non solo azioni di "campagna" o di "rastrellamento" ma anche semplici operazioni di recupero di piccoli borghi fortificati non avendo supporti poliorcetici: oggi si direbbe che le forze di occupazione sarebbero in grado di tenere le ctitta' e gli aeroporti laddove le campagne sarebbero sotto il controllo dei partigiani; l'esempio piu' immediato che mi viene in menteè'la sciagurata campagna militare degli Stati Uniti d'America in Viet Nam, naturalmente con le dovute proporzioni.-
Pian piano la situazione diviene chiara sia al Re di Francia che al Papa che cominciarono ad inviare militari e predicatori, gli uni per potenziare le "truppe di occupazione", gli altri per combattere la battaglia che oggi definiremmo psicologica nelle campagne e nelle ctitta': in quei giorni c'e' alla finestra, all'interno del suo convento di Prouille, uno spettatore d'eccezione, Domenico di Guzman.-
Sempre in quei giorni le comunita' catare iniziano a rifornire un antico castrum posizionato in cima ad una montagna nei pressi di Fougax, nella zona detta Pays d'Olm?s, nell'Alta Contea di Foix: Montsgur. Non solo riforniscono il Castello ma vi cominciano a trasferire oltre a quello che chiameremmo il Governo cataro in esilio, anche materiali di particolare interesse per l'intera comunita' catara occitana.-
Nel frattempo, con le truppe di rinforzo, Simone inizia una serie di attivita' militari che lo portano ad esercitare il controllo sempre piu' lontano dalle ctitta' pacificando la regione.-
A questo punto, intelligentemente, capisce che la sterile supremazia territoriale nonè'sufficiente a garantirgli anche la supremazia morale sugli abitanti e chiede alla Chiesa l'indispensabile soccorso spirituale: la Chiesa accoglie la sua richiesta e comincia ad inviargli frati predicatori.-
A Carcassonne in quei giorni muore, sempre in stato di detenzione, il giovane e battagliero Raimondo Ruggero di Trencavel; tale fatto accende di colpo gli animi degli abitanti delle campagne della Viscontea e dei giovani faidits che tornano a riprendere il controllo delle aree rurali: Montfort questa volta non solo si riteneva vincitore ma aveva allungato troppo, se vogliamo dirlo in termini militari moderni, le proprie "linee di rifornimento.-
Costretto alla difensiva, Simone Montfort si dimostra oltre che intelligente ottimo politico e uomo generoso: rende tutti gli onori al corpo del giovane Trencavel, ne accoglie pubblicamente la giovane vedova con il figlioletto, rende alla stessa vedova i beni dotali, pone l'orfano sotto la protezione di un uomo al di sopra di ogni parte o sospetto, il Conte di Foix, e incontra il Re di Aragona prestandogli omaggio feudale.-
Tuttoè'inutile.-
I suoi castellani vengono costretti alla resa dalle popolazioni e dai faidits, nelle campagne le colonne inviate al soccorso vengono prese in dure imboscate e alle truppe non viene concesso quartiere con il conseguente sterminio sia di chi si arrende che dei feriti, ogni seguace catturato viene mutilato e rimandato nudo al Montfort.-
A questo punto il Montfort ribadisce spettacolarmente la propria capacita' di reazione; con l'aiuto della Chiesa, del Re di Francia e dei suoi familiari raccoglie mercenari e truppe reduci dalla Terra Santa ed agisce a sorpresa per di piu' concedendo ai propri reparti una facolta' a cui, da condottiero leale, si era sempre rifiutato di concedere: il diritto di preda.-
La sua si rivela la svolta vincente: le campagne sono pian piano riconquistate, le guarnigioni vendicate, chi resiste o rifiuta di rinunciare al proprio credo "eretico" viene prima passato per le armi e poi arso sui roghi.-
Gli mancano, pero', le truppe in grado di debellare definitivamente la guerriglia rurale e la scorta alle vettovaglie: chiede ai responsabili territoriali degli Ordini Templare ed Ospitaliero il coinvolgimento di quella che era a quel tempo la migliore Cavalleria Pesante della Cristianita'. Non l'ottiene [la Regola Templare vieta al Cavaliere o al Sergente di levare la spada contro un altro Cristiano e tali i Catari in fondo sono: solo diversi ma sempre cristiani].-
Nessuno dei Papi coinvolti nella vicenda, nemmeno nei momenti piu' bui per la Crociata si senti' mai di invitare i componenti dei due Ordini a mettere a disposizione i migliori eserciti della cristianita'.-
Non solo; Papa Innocenzo III, che nei giorni 11 e 12 novembre riesce a produrre oltre trenta bolle indirizzate ai prelati della Provenza e della Linguadoca, ai Vescovi di Lione e di Besan?on, alla nobilta' dei Regni di Francia e di Inghilterra, agli Imperatori di Germania e dell'Impero latino d'Oriente, a Pietro d'Aragona ed a Alfonso VIII di Castiglia rappresentando il pericolo in cui versano i crociati contro l'eresia catara e chiedendo a tutti rinforzi di uomini e di mezzi, ebbene il Papa si guarda bene dal coinvolgere i Monaci Militari che pure hanno basi, commanderie, castelli, guarnigioni e centri di reclutamento dalla Penisola Iberica al Mare del Nord con migliaia di combattenti pronti allo scontro sia per la Riconquista che per le azioni in Terra Santa e nella zona del Mediterraneo!-
Ebbene il Papa, pur nella sua disperazione, rinuncia a chiedere l'impiego di un solo reparto di cavalleria ad Ospitalieri e Templari: perche' tale omissione? I Templari, ovunque si sono battuti, hanno sempre dato prova di estremo valore e cosi' sempre dimostreranno: nell'ultima battaglia alla quale parteciperanno, in Scozia, a Bannockburn, il 24 giugno del 1314, giorno di San Giovanni, in ottantatre, cosi' come documentato dalla storiografia anglo-scozzese, travolsero cinquemila tra soldati e cavalieri agli ordini di Edoardo II d'Inghilterra!-
Eppure il Papa non chiede l'ausilio di un reparto sempre determinato e determinante, conosciuto e rispettato al punto che nell'oscuro momento della sua persecuzione, tutti i giovani regni territoriali faranno a gara per trattenerli in servizio ai propri ordini trasformandone il nome ma mai le insegne: Ordine di Calatrava, Ordine Supremo del Cristo, Ordine di Santa Maria e della Spada, Ordine degli Stuart, tutti gloriosi eredi delle tradizioni di coraggio e di onore del migliore degli Ordini: quello Templare!-
Ma il Papa non coinvolge i Templari nella crociata e, alcune fonti, ci narrano che i Templari, amano a mano che si delinea la sconfitta religiosa e militare dei faidits, aprono loro le porte delle commanderie, dei centri di reclutamento, degli ospizi e dei conventi in osservanza degli articoli 61,65, 66, 69 e, soprattutto, dell'articolo 12 della Regola Primitiva che cosi', ci piace ricordare, recitava:
"Vi comandiamo di andare la' dove sapete che sono radunati cavalieri scomunicati; e se qualcuno di loro desidera entrare a far parte dell'Ordine dei Cavalieri d'oltremare, Voi non dovete considerare il guadagno materiale piu' importante della salvezza eterna della sua anima. Noi vi comandiamo di accoglierlo a condizione che si presenti dinanzi al vescovo di quella provincia e gli manifesti la sua intenzione. E dopo averlo ascoltato e assolto, il vescovo lo inviero' presso il Maestro ed i Fratelli del Tempio e se la sua vitaè'onesta e degna della loro compagnia e se parra' cosa buona al Maestro ed ai fratelli, sara' accolto con misericordia"-
I faidits combattevano con onore quello che ritenevano un usurpatore, proteggevano gli umili catari, erano figli e nipoti di cavalieri e di nobili: quanti di loro vennero accolti, in forza dell'articolo 12 della Regola, nelle case dell'Ordine Templare? Forse non lo sapremo mai!-
Comunque la sorte torno' a rivolgersi verso Simone di Montfort che riprese con vigore la sua campagna di pacificazione e di riconquista dei borghi fortificati, dei castelli e delle ctitta' ma gli rimaneva il problema del supporto logistico che gli abitanti delle campagne davano ai faidits sulla base delle norme dell'eresia catara: servivano "specialisti" della controinformazione e della propaganda (sempre esprimendoci con termini attuali) da contrapporre alle gerarchie della Chiesa Catara.-
A Tolosa siè'portato nel frattempo colui il quale forniro' a Simone di Montfort ed alla Chiesa Cattolica i reparti d'assalto non combattenti ma specialisti nella controinformazione: Domenico di Guzman che daro' la nuova arma vincente: reparti composti da soggetti dotati di altissimi indici intellettuali, colti, raffinati ed umili, dotati, se serve, di istroneria e di potenza vocale, solamente acculturati all'inizio e dottori della Chiesa dal piu' giovane al piu' maturo piu' tardi, in grado, sempre se e quando serve, di sostituire addirittura i notai regi: i Domenicani.-
Papa Onorio III, succeduto ad Innocenzo III, con la Bolla del 21 gennaio dell'anno 1217, riconosce i "Frati Predicatoribus"; nascono ufficialmente coloro i quali vinceranno la "guerra delle campagne" con la loro arma piu' semplice e piu' potente insieme: la parola.-
La fase militareè'ormai agli sgoccioli, anche le campagne vengono pacificate, i faidits possono godere di sempre minori rifornimenti e protezioni e il cerchio del capestro si stringe sempre di piu' intorno al collo dell'eresia catara: il Castello di Montsgur sede del Governo della Chiesa catara e delle ultime forze poste a protezione dell'eresia.-
Mentre il cerchio si stringe entra in azione l'arma di distruzione di massa che, per certi versi, fu la base ideologica sulla quale si svilupparono, fino ai nostri giorni, decine di altre istituzioni ideate per la compressione della liberta' di coscienza e che infiammo', sia letteralmente che fisicamente, i territori europei, americani, africani ed asiatici ed il cui nome viene ancora mormorato con circospezione, sgomento e terrore: l'INQUISIZIONE.-
Con alti e bassi il tremendo strumento decreto' condanne a pene detentive, ad ergastoli, ad assurde ed irragionevoli, anzi superstiziose ed immorali, condanne alla pena capitale in nome di principi che, come la Jyad, di religioso hanno solo l'apparenza e che sono la base piu' esecrabile ed esecranda in cui cade l'essere perverso, spietato e crudele nemico dei suoi simili:l'UOMO!-
La summa di falsa rettitudine e di assurda componente mistica che ha trasformato una religione di amore e di perdono in un guazzabuglio di odio e di fanatica intolleranza non solo contro il dissenziente o il libero pensatore ma anche contro lo scienziato ed il diverso.-
Con l'Inquisizione che comincia a dispensare ergastoli e roghi il capestro comincia a strangolare i seguaci di un movimento filosofico-religioso che, come abbiamo visto sopra, rifiuta di impugnare le armi, attende la piena coscienza dell'individuo per accettarlo nelle sue fila, impone agli adepti di dire la verita' e di fare del bene al prossimo e di porgere l'altra guancia ai propri nemici e che si sono ridotti a vivere come topi in trappola in cima ad una montagna oppure a lasciare la propria terra natia verso lidi, per il momento, piu' accoglienti e sereni: la valle padana e le prealpi italiane.-
Quando il reparto di assedianti completa l'accerchiamento della fortezza-stato libero di Montsegur all'interno del castrum ci sono 211 persone tra i quali i Perfetti, le Perfette e le alte gerarchie catare sono quarantanove mentre i militari e gli artigiani sono 162.-
Nei sei mesi di assedio le giornate trascorrono in pia rassegnazione per i catari mentre saltuariamente si perdono vite tra i difensori e gli altri disperati.-
A dicembre i difensori rimasti ed i credenti catari sono ridotti a difendersi nel maschio della fortezza.-
Il capo della comunita' catara a questo punto prende una grave decisione: la vigilia di Natale ordina di raccogliere l'oro e l'argento della Chiesa Catara, tutto il denaro trasportabile e, soprattutto, il Tesoro fino a quel momento conservato e protetto nella fortezza, chiama due dei perfetti piu' in forze [il Diacono Pietro BONNET ed il Perfetto Matteo], affida loro cio' "che non deve cadere in mano ai cattolici romani" e li costringe a scendere con delle corde lungo la parete piu' impervia tra quelle che circondano e proteggono il Castrum. I due emissari catari riescono ad allontanarsi dal castello e, come da ordini, nascondono parte del loro carico in una spluga (CAVERNA) dell'alta Contea di Foix in una zona appartenente ad un castellano, di cui si sconosce il nome, il Conte Ponzio di Chateauverdun e riescono a riunirsi dopo qualche tempo ai confratelli che si erano dati alla macchia in nord Italia.-
Dopo lunghe trattative, il giorno 15 marzo 1244, la rocca di Montsgur capitolo' e Ugo d'Arcis prese possesso dei ruderi della fortezza.-
L'arcivescovo Pietro Amiel ordino' ai perfetti ed alle perfette catturati nel castello ed agli altri rastrellati nella zona di abiurare al credo cataro pena la morte gia' decretata, in contumacia e verso ignoti, dal Tribunale dell'Inquisizione.-
Nessuno dei DUECENTOVENTIQUATTRO tra "buoni cristiani" e "buone cristiane" lo fece: vennero accese le fascine.-
I Catari si scambiarono il Bacio di Pace per poi salire docilmente facendosi legare sui pali drizzati e attesero la morte; le ceneri, per ordine dell'Inquisizione vennero disperse ai quattro venti.-
L'eresia catara venne debellata quasi completamente solo dopo la cattura in Italia degli ultimi credenti nel quattordicesimo secolo mentre l'ultimo dei "buoni cristiani" si spense in Bosnia nel quindicesimo secolo quando quell'ultimo lembo di terra accogliente cadde sotto la spinta dei turchi che la occuparono verso la meta' di quel secolo: non si senti' piu' parlare dell'eresia catara se non nei testi teologici o nei dati freddi dei Tribunali dell'Inquisizione.-
A Montsgur i carcerieri si dimostrarono pietosi verso le loro vittime e consentirono loro di percorrere gli ultimi metri verso i loro patiboli tenendosi, castamente, per mano mentre mormoravano la loro ultima preghiera:
" PADRE SANTO,
DIO LEGITTIMO DEI BUONI SPIRITI,
CHE NON HAI MAI FALLITO,
NE' MENTITO,
NE' ERRATO,
NE' TEMUTO DI TROVARE LA MORTE
NEL MONDO DEL DIO STRANIERO,
FACCI CONOSCERE CIO' CHE TU CONOSCI
ED AMARE CIO' CHE TU AMI!
AMEN!"
Bibliografia:
- I VANGELI APOCRIFI - Einaudi Tascabili - 1990;
- GLI GNOSTICI - Maddalena Scodello - Ed. Paoline - 1993;
- I TEMPLARI - La regola e gli Statuti dell'Ordine - J.V.Molle - ECIG - 2000;
- I CATARI - Michel Roquebert - Ed. San Paolo - 2003.-
G I O V E
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